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Ilya Prigogine (1917-2003), il grande chimico-fisico a cui sono dedicate queste "meditazioni prigoginiane" e a cui si deve la scoperta delle cosiddette "strutture dissipative", quali vengono a formarsi spontaneamente attraverso una dinamica caotica di fluttuazioni in situazioni lontane dall'equilibrio, con emergenza nel tempo irreversibile di processi di auto-organizzazione dai quali scaturisce ordine attraverso il disordine, con diminuzione di entropia (scoperta per la quale gli fu assegnato il premio Nobel nel 1977), si fece progressivamente interprete di una proposta filosofico-scientifica di portata grandemente "rivoluzionaria", imperniata su quella che egli stesso definì una "Nuova Alleanza" tra l'uomo e la natura, il cui nodo cruciale si riscontra nella comune radice nella creatività della natura e dell'avventura dell'uomo nella conoscenza. Si delinea così una nuova proposta "filosofica" di "umanesimo scientifico" che supera radicalmente la divisione tra le cosiddette "due culture", quella "umanistica" e quella "scientifica". Postfazione di Enrico Giannetto.